venerdì 14 dicembre 2007

MUNNIZZA CONNECTION


UN DEBITO DA 9 MILIONI DI EURO
UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE BLINDATO E POCO TRASPARENTE
LA PROTESTA DEGLI OPERAI E LO SPETTRO DELLE ULTIME ASSUNZIONI
SCOPRIAMO IL COINRES, TRA CATTIVA GESTIONE E PROSPETTIVE FUTURE


di Emanuele Minnella

Continua l'emergenza rifiuti nel nostro Comune.
Eppure con l'istituzione degli ATO (ambito territoriale ottimale), questa sarebbe dovuta diventare un vecchio ricordo. Che cosa sono gli ATO? Provate a chiederlo all'organo competente; fissate un appuntamento. Quel numero di telefono è sempre occupato. Intanto noi proviamo a tracciarne un po' di storia.
Istituiti con decreto regionale nel 2002, trattasi di Enti sovra comunali che si occupano di servizi pubblici. Il loro scopo è quello di razionalizzare, migliorarne la gestione senza aggravio per le tasche dei cittadini. O almeno dovrebbe.
In poco più di 5 anni, gli ATO sono riusciti a creare solo un deficit nel bilancio della nostra regione. 400 milioni di euro, questa è la cifra individuata da chi è riuscito a fare i conti; tutti debiti che in un modo o nell'altro graveranno sulle economie dei siciliani, soprattutto in vista del passaggio definitivo dal regime della tassa a quello della tariffa, previsto in materia di rifiuti solidi urbani, per il 2008.
Da qualunque parte si inquadra, dunque, la vicenda, il fallimento di questa forma di gestione resta inesorabilmente focalizzato al centro del nostro obiettivo. Nel frattempo, la spazzatura cresce. La protesta cresce. Il debito cresce. E cresce anche il numero dei nuovi assunti nel settore.
Villabate appartiene all'ATO Palermo 4 comprendente 22 Comuni della provincia, denominato anche COINRES. In poche parole, il COINRES (consorzio intercomunale rifiuti, energia e servizi) è l'organo che, dal 2006, si occupa della gestione della raccolta dei rifiuti nel nostro Comune.
Al suo interno ciascun consorziato partecipa con una quota finanziaria, in relazione al numero dei suoi abitanti. Oggi, dei 22 Comuni aderenti, Bagheria, Misilmeri e Villabate risultano essere anche i più popolosi; il primo dei tre detiene anche la quota di partecipazione più grande (circa il 29,9%); la Provincia contribuisce, inoltre, con il 10%.
Con l'introduzione del COINRES il sistema di raccolta dei rifiuti ha subito profonde modifiche. Prima il singolo Comune, con la riscossione della TARSU (la tassa sui rifiuti), provvedeva direttamente alla spese del servizio di igiene pubblica (compreso il pagamento del personale); oggi, invece, ogni Comune trasferisce periodicamente delle somme al COINRES, che a sua volta le utilizza per effettuare le proprie spese.
Inutile commentare come questo passaggio delle competenze sia stato gestito in maniera confusa e distorta, fin dall'inizio, perché lo stesso passaggio si è reso, per legge, obbligatorio. E In effetti il nostro Comune, anche se volesse, non avrebbe alcuna possibilità di riacquisire il servizio, sottraendosi agli ATO, o disponendo per il proprio territorio una eventuale diversa gestione.
Intanto, il mese scorso, per la terza volta dall'inizio dell'anno, i dipendenti del COINRES hanno incrociato le braccia a causa del ritardo nel pagamento degli stipendi. E la storia si ripete.
Cassonetti strapieni (in alcuni casi dati anche alle fiamme), rifiuti di ogni genere lasciati nei posti più disparati del paese; pure laddove mancano i contenitori.
Per tutte queste motivazioni (ma non solo) gli ATO continuano a restare al centro del dibattito politico siciliano infuocando gli animi, tanto a destra quanto a sinistra. Un fallimento per certi versi già annunciato, al quale anche la Regione sta cercando di porre un rimedio. Per il momento solo sulla carta.
La legge finanziaria regionale del 2007, all'art. 45, prevede, infatti, una drastica riduzione degli stessi, portandoli da 27 a 9. Tuttavia la norma resta, ancora, ampiamente disattesa dalla stessa Giunta Cuffaro, dato che non è mai arrivato alcun decreto attuativo.
Sul punto, il Sindaco Di Chiara, rispondendo alle nostre domande, si dice favorevole alla riduzione del numero degli ATO, seppur convinto che un simile provvedimento intaccherebbe gli interessi di buona parte della classe politica. La nostra sensazione è che, pure lui, li consideri terreno di interessi partitici. “A priori non sono contrario agli ATO” -afferma Di Chiara- “gli stessi sono nati per agevolare il lavoro dei Comuni e per migliorare il servizio da offrire ai cittadini”.
“Per quel che mi riguarda” -prosegue il Sindaco- “il Comune di Villabate ha sempre fatto il suo dovere ed è uno dei pochi, se non l'unico, ad aver pagato tutte le spettanze al COINRES e a non avere, dunque, alcun debito nei confronti del Consorzio”.
In effetti la situazione è molto più articolata per gli altri Comuni, nella maggioranza dei casi, indebitati o al limite del collasso finanziario. Tra gli insolventi troviamo quello di Bagheria, con circa un milione di euro di debito; quello di Casteldaccia, con 700 mila euro; quello di Marineo, con 500 mila euro circa. Ma neppure gli altri se la cavano con poco.
Sui costi degli ATO, il Presidente del COINRES, nonché Assessore Provinciale, Raffaele Loddo, ha recentemente ammesso il buco da 9 milioni di euro derivato dai ritardi nei trasferimenti delle quote, da parte dei Comuni. Debiti che, nel nostro caso, hanno prodotto i disservizi delle scorso mese. E poco importa se Villabate ha, in merito, un curriculum immacolato.
Anche il Sindaco Di chiara, sollecitato sul punto, non nasconde una certa amarezza.
“Le competenze del nostro Comune sono limitatissime” -ammette- “ad oggi abbiamo solo un seggio all'interno della Conferenza dei Sindaci che, come sappiamo, non ha poteri esecutivi”.
“Comunque, ci sarà, a breve, il rinnovo degli incarichi statutari” -prosegue il Sindaco- “e possiamo già annunciare l'ipotesi di un nuovo Consiglio di Amministrazione all'interno del quale il nostro Comune, in quanto tra i più popolosi, otterrà anche un seggio”.
Sembra essere certo di quel che dice il nostro Primo Cittadino. Ma al momento possiamo solo azzardare ipotesi. Non è, infatti, facile intuire cosa accadrà all'interno dei vari CdA, alla luce della Finanziaria del Governo Prodi, che impone tagli drastici al numero dei Consiglieri negli Enti Pubblici, al fine di contenerne la spesa. Spesa che l'attuale Consiglio di Amministrazione del COINRES, composto per lo più da rappresentati con svariati incarichi all'interno delle amministrazioni comunali e provinciali, sembra non avere più sotto controllo, se continua ad assumere personale, come fosse un vero e proprio ufficio di collocamento.
Recentemente, la ricerca di 45 operatori ecologici, 23 autisti e 8 sorveglianti ha smosso non poche polemiche. Sul punto ci sembra giusto far notare una serie di anomalie. Alcune delle quali riguardano proprio la modalità di assunzione di questi dipendenti. L'avviso di reclutamento, reso pubblico il 31 ottobre scorso, riportava la scadenza 5 novembre; un tempo, questo, davvero ridotto. Inoltre la selezione è stata affidata ad un'agenzia privata, la Temporary; la stessa agenzia che, per motivi di privacy, continua a tenere in gran segreto nomi e cognomi dei candidati selezionati.
Insinuare a questo punto che tali posti di lavoro siano anche frutto di un certo clientelismo politico, non mi sembra un peccato così grave; che siano poi promesse attribuibili alla destra o alla sinistra non ci è dato saperlo. Voci di corridoio ci dicono esserci persino parenti di sindacalisti all'interno di quelle liste. Staremo a vedere. Intanto i tre sindacati più grandi (CGIL, CISL, UIL) ci risulta abbiano concluso un accordo con il COINRES, con un verbale tra l'altro mai giunto al protocollo, e la protesta degli operai è cessata.
Di questo, ma anche di altro, continuerà a parlarsi nei Consigli dei 22 Comuni consorziati.
Nell'attesa di una soluzione, il più possibile vicina alle nostre esigenze, possiamo solo augurarci di non finire, anche noi, in discarica.

L'ASSESSORE LO MAGLIO SI DIMETTE...
Tommaso Lo Maglio, Assessore all'Igiene Ambientale, ha rimesso nelle mani del Sindaco, le deleghe ricevute all'atto dell'insediamento della Giunta. A sostituirlo, c'è ora il consigliere di Alleanza Nazionale Antonino Cilluffo. Intanto, in una nota rilasciata alla stampa, il 21 novembre scorso, i consiglieri di opposizione denunciano la situazione di grave difficoltà in cui si trova l'amministrazione guidata da Di Chiara. “A 5 mesi dall'insediamento non ha risolto i problemi del paese” -si legge nella stessa- “e le dimissioni dell'Assessore ne sarebbero la prova”. Netta la replica di Lo Maglio. “Dispiace che l’opposizione abbia voluto strumentalizzare una decisione lineare e chiara quale la mia” -spiega- “ho rimesso nelle mani del Sindaco le deleghe solo perché non ho più la disponibilità temporale sufficiente ad onorare il servizio”.

QUELLA FATTURA DA UN MILIONE DI EURO...
Sarà questo documento, l'oggetto di un'interrogazione, depositata in Consiglio, a firma di Valenza, Garbo e Retaggio. Si chiedono al Sindaco e all'Assessore al ramo, spiegazioni in ordine alla situazione patrimoniale del COINRES. Per quel che sappiamo, la fattura in questione (di 865 mila euro circa) fa riferimento ad un aumento dei costi a carico del Consorzio, relativi all'anno 2006. Ovvio che la somma sarà ripartita tra i 22 comuni (la quota spettante a Villabate è di 51 mila euro). Il Vicesindaco, Giuseppe Scrivano, annuncia che, nello specifico, si aprirà un contenzioso con il Comune di Palermo (che attraverso l'AMIA, si occupa dello smaltimento dei rifiuti per conto del COINRES). Intanto la somma verrà ammortizzata nei prossimi anni, senza intaccare l'aliquota TARSU a carico dei cittadini. Sarà vero?

ATMOSFERA SINISTRA


MENTRE IN TUTTA ITALIA FERVONO LE ATTIVITÀ DEL NASCENTE PARTITO DEMOCRATICO, IL CENTRO SINISTRA VILLABATESE REGISTRA UN PERIODO DI STAND-BY. PER MEGLIO COMPRENDERNE LE RAGIONI ABBIAMO INCONTRATO I DUE EX LEADER LOCALI.

di Erica Prestigiacomo

Sono trascorsi circa due mesi dalla fondazione del Partito Democratico, nato col proposito di unire Democratici di Sinistra e Margherita. E’ un fatto risaputo che i due partiti, a Villabate, abbiamo un vasto elettorato; ed è facile dunque immaginarsi che buona parte di tali sostenitori confluirà nel PD. Eppure, nonostante lo scorso ottobre anche nel nostro comune si siano svolte le primarie, nessun’ altra attività congiunta sembra aver avuto luogo. La paralisi politica che aleggia sul nostro paese sembra aver colpito il centro sinistra. O c’è dell’altro? Ne abbiamo parlato con Domenico Di Vincenzo e Salvatore Tesauro, ex leader locali rispettivamente della Margherita e dei Ds.
Per entrare nel merito, ci spiegate cosa vi ha spinti ad aderire al Partito Democratico?
Di Vincenzo: Ringrazio la redazione del Magazine per avermi offerto l’opportunità di rispondere, con chiarezza, alle insinuazioni comparse nel numero di novembre di “4 Quarti”, ingiuste poiché, oggi più che mai, Villabate e i suoi abitanti, mi stanno a cuore, e, in particolare, il futuro delle fasce sociali più deboli, i giovani e gli anziani. Non ho, pertanto, cambiato interessi né mai ne ho avuti di “personali”. Credo che l’autore dell’articolo citato abbia svolto una analisi superficiale e inadeguata alla complessa e multiforme realtà del nostro paese. Ignora i percorsi complessi e contraddittori, le difficoltà concrete e le pochezze verificatisi nel corso dell’ultima competizione elettorale. Il risultato colto, quale candidato a sindaco, è stato un lusinghiero e fruttuoso impegno di pochi e leali sostenitori. La mia adesione al Partito Democratico, annunciata già nella lettera di ringraziamento agli elettori, a conclusione della campagna elettorale, non è altro che il naturale sbocco di una vocazione politica. Da segretario mi sono battuto, all’interno del partito e fuori, affinchè prevalesse lo sforzo unitario e la convergenza della Margherita con i Democratici di Sinistra e con le altre forze politiche del centro sinistra (Italia dei Valori e Liste civiche), accettando la sfida, in prima persona, proprio mentre vi erano spinte centrifughe e disgreganti. Ho pertanto aderito al PD, convintamente, anche se ho, nelle sedi opportune, sottolineato come, soprattutto nella realtà di Villabate ma anche nel resto del Paese, occorresse andare oltre il Partito Democratico, guardando con attenzione alle realtà autonomiste ed alle aggregazioni moderate di centro. E ciò per superare l’empasse minoritario e sviluppare una cultura di governo e non di opposizione. Il partito Democratico sin dalle sue prime mosse è chiamato a questo difficile compito: governare, senza illusionismi, restituendo la speranza ai cittadini in un cambiamento possibile.
Tesauro: La spinta principale è quella di lanciare una politica nuova accanto alle forze moderate del territorio nazionale, dove il connubio tra forze progressiste e moderate può avere un grosso riscontro elettorale al fine di potere governare sia il nostro paese che l’intero territorio nazionale.
Nonostante i dati dimostrino che il PD a Villabate potrebbe avere un consistente bacino di sostenitori, non ne esiste ancora una sede politica locale. Perchè?
Di Vincenzo: Questo è stato un serio e irrisolto problema per “la Margherita” di Villabate. Mi auguro che i nuovi organismi dirigenti del PD pongano ciò nell’agenda delle priorità e che si approntino gli strumenti di autofinanziamento per l’apertura di una sede, riferimento non solo per gli iscritti al partito ma anche per i simpatizzanti e per i cittadini.
Tesauro: Questo è pure vero. Infatti siamo in un momento di transizione e di riorganizzazione del nuovo soggetto politico e intendimento di procedere immediatamente ad un’assemblea costituente aperta a tutti i cittadini, dove ognuno potrà esprimere un candidato alla guida del PD di Villabate. In questi giorni si sta procedendo a creare il gruppo unico al Consiglio Comunale con i consiglieri comunali eletti nelle liste del centro sinistra.
Pur partendo dagli stessi presupposti, la politica comunale differisce inevitabilmente da quella esercitata a livello nazionale. Pensate che le due anime del PD possano convivere nel contesto villabatese?
Di Vincenzo: A mio parere non si deve parlare di due anime del PD intendendo la provenienza di taluni dalla Margherita e talatri dai DS. Probabilmente vi sono due anime, nel senso di quota parte di ex Margherita e di ex DS intenzionati a dialogare e altri che mal sopportano il processo che si è innescato. Ciò è vero tanto a livello nazionale che locale. A Villabate le cose – a dire il vero – appaiono anche più complesse poiché l’ambiente politico è fortemente intriso di veleni e di diffidenze che hanno origine nel passato non solo recente ma ciò non fa parte della politica con la P maiuscola bensì dell’opportunismo, del trasformismo e di interessi “particolari”. Sarà necessario isolare e contrastare questi elementi disgreganti, incoraggiando l’emergere di nuovi soggetti, di una nuova classe dirigente, libera da condizionamenti, giovane e prontamente matura, cioè con l’entusiasmo dei giovani e con l’esperienza dei più anziani.
Tesauro: Le due anime nel contesto villabatese devono necessariamente convivere. Bisogna lasciarsi alle spalle ogni sorta di divisione che nel passato le ha viste contrapposte. L’esperienza i8nsegna che l’unione tra queste forze può dare fiducia agli elettori nel poter dare una svolta alternativa ai governi del centro destra che fino ad oggi hanno governato e governano questo paese.
Tra i tanti attacchi che la Margherita e i Democratici di Sinistra si sono scambiati in questi anni, ricordiamo da una parte le accuse lanciate alla Margherita per la scarsa collaborazione alle attività svolte dai DS nell’ambito della lotta alla mafia locale, nonché le svariate denunce di collaborazionismo con la destra locale, dall’altra il biasimo della Margherita per la chiusura “diessina” al dialogo con le altre forze del centro sinistra. Beghe a parte, è comunque un dato di fatto che all’interno del locale Consiglio Comunale le posizioni dei due partiti abbiano differito su tanti punti cruciali. Ritenete sia davvero possibile riunire quegli stessi esponenti politici in un unico partito?
Di Vincenzo: Ritengo sbagliata l’interpretazione insita nella domanda per le seguenti ragioni: nel periodo nel quale ho svolto il compito di segretario politico della Margherita ho mantenuto un buon rapporto con i dirigenti degli altri partiti del centro sinistra. Non ho mai sottovalutato le iniziative di contrasto alla Mafia né ho mai avallato trasformismi o consociativismi nei confronti del centro destra. So che vi sono stati momenti, nel passato, nei quali tra taluni esponenti all’interno della Margherita e dei DS vi sono state accuse aperte o velate. Ciascuno elabora proprie convinzioni e spesso queste appaiono incoerenti con la storia dei partiti ma piuttosto dettate da preconcetti, pregiudizi o , peggio, interessi. Dopo le ultime amministrative, avevo prospettato un percorso che prevedesse la costituzione di un unico gruppo consiliare, all’opposizione e coerentemente con quanto avevo affermato in campagna elettorale. Purtroppo, ho immediatamente constatato che la mia volontà, non eletto in consiglio comunale, non coincideva con quella dei consiglieri eletti e che siedono tra i banchi dell’opposizione. Inoltre, ho ritenuto che la mia persona potesse in qualche modo essere di ostacolo al dialogo e, pertanto, ho “tolto il disturbo”. Ciò ovviamente non come espressione di disimpegno ma – se me lo consentite – come più alto senso del dovere e dell’interesse complessivo del nascente partito Democratico e del paese. Nulla osta che io possa nel presente e nel futuro essere coinvolto in iniziative e che possa dare il mio contributo da cittadino “libero”.
Tesauro: Come ho già detto nella risposta precedente il denominatore comune che deve unire queste forze politiche è sicuramente un progetto di legalità che deve essere l’asse portante per lo sviluppo dell’azione democratica intesa a governare questo territorio. La lotta alla mafia deve essere un punto cardine del nascente partito democratico, perché non può esserci sviluppo senza lotta alla mafia e al malaffare.
Nei mesi scorsi si è tanto parlato del “caso Garbo”: un fratello si candida tra le file del centro sinistra mentre le voci maligne sussurrano che il fratello sostenga, più o meno apertamente, il centro destra, dando adito al dubbio che all’interno del Consiglio Comunale possa trovare spazio un “franco tiratore”. Probabilmente si tratta soltanto di voci di piazza e non vogliamo entrare nel merito, ma è comunque certo che Lucia Schillaci, sorella di Domenico Schillaci (candidato a sindaco sostenuto dai locali partiti di destra alle scorse elezioni comunali) dopo essersi spesa con dedizione per la campagna elettorale del fratello, è tornata a sinistra. Non pensate che ciò mini ulteriormente la già discutibile credibilità della politica locale?
Di Vincenzo: Il caso “Garbo” ed il caso “Schillaci” sono il vezzo di una politica inconcludente da parte degli idealisti e utilitarista da parte degli iperconcreti. Lungi da me l’idea di dover esprimere giudizi morali o semplicemente etici. Aver fatto scoppiare il caso e non aver assunto decisioni (da parte delle segreterie provinciali di DS e Margherita) è stato sia un errore tattico che un errore strategico. Non sono responsabilità che mi si possono addebitare. Credo di aver operato con equilibrio ma con decisione. La politica locale deve assolutamente riconquistare la propria credibilità, non con un colpo di spugna né con oziose e ripetitive sterili discussioni ma con uno sforzo congiunto delle persone di buona volontà. Sedersi attorno ad un tavolo e ragionare del futuro. Si può fare. Ciascuno rafforzerà le proprie convinzioni o forse le modificherà. Di certo la storia recente del nostro paese e l’accurato esame delle candidature alle ultime amministrative e dei risultati conseguiti potrà fornire elementi di lettura e di valutazione.
Tesauro: Personalmente, non credo che Domenico Garbo sia un “franco tiratore”, mi risulta piuttosto che sia un sostenitore del nascente PD. E’ un dato di fatto manifesto a tutti i cittadini che Domenico Schillaci abbiamo scelto di candidarsi alle ultime elezioni con le liste del centro destra. Siccome i parenti non si scelgono, la figura di Lucia Schillaci in questo contesto non può definirsi figura sostenitrice delle scelte politiche del fratello. Mi risulta che anche lei sia una forte sostenitrice del PD, tant’è vero che alle elezioni delle primarie per la scelta del leader politico nazionale del PD è stata impegnata in prima persona, presenziando al seggio elettorale. Quindi non penso che ciò possa alienare la credibilità del PD, in quanto la scelta personale di dette persone è d’indubbia fede verso il PD. Indubbia. Indubbiamente. Qualora ci accontentassimo della sua risposta, un dubbio comunque sorgerebbe spontaneo: se la legge della parentela funziona sempre, perché allora si dice non sia valsa anche nel caso di Gioacchino Garbo? Ufficialmente Gioacchino Garbo ha sostenuto la candidatura del fratello nella lista della Margherita. Se, come qualche voce maligna dice, ha davvero sostenuto la candidatura a sindaco di Schillaci, né io né nessun altro può parlarne con cognizione di causa. Ma questa discussione la lascio alla coscienza di chi ha agito in campagna elettorale in maniera corretta o no.
Comunque in questo caso il nome di Schillaci lo ha fatto lei, io avevo semplicemente parlato di centro destra…Evidentemente le voci maligne hanno ampio raggio…. Ma torniamo a noi, prima di concludere vorrei una risposta sincera ad una domanda che riecheggia da mesi sulle bocche di innumerevoli cittadini villabatesi: perché disertate i consigli comunali? Si tratta di semplice disinteresse per una politica che non vi vede protagonisti, o ciò è il frutto di una più pragmatica delusione politica? (Vi prego di non risponderci con un banale “sono stato impedito da impegni personali”, perché di lettere con scuse del genere ne abbiamo già ricevute abbastanza.)
Di Vincenzo: L’impegno personale prosegue nel sociale e nell’attività professionale che svolgo. Seguire i consigli comunali è utile ed indispensabile ma, al momento attuale, la mancanza di interlocuzione con i consiglieri eletti e la volontà di concedermi una pausa di riflessione e di non sottrarre spazi ai più giovani mi spinge a sostare. Mi auguro emerga una nuova classe dirigente. Mi auguro, soprattutto, che ciò che non si è potuto realizzare nel corso delle precedenti amministrative possa divenire possibile prossimamente ma vi sono molte condizioni che devono verificarsi. Dovrà cambiare la mentalità dei cittadini villabatesi oltre che del ceto politico che aspira al buon governo. Vi è molta strada da percorrere e nutro un certo profondo scetticismo. Mi auguro che questa amministrazione non incorra in nessuna delle possibili cause di scioglimento e che possa saggiamente porsi il problema del rilancio della democrazia partecipativa sostanziale. Nutro un profondo scetticismo. La nostra comunità non è pronta. Non lo è stata nel corso delle precedenti amministrative. Non lo sarà ancora chissà per quanto tempo. I giovani prendano coscienza delle difficoltà e si attrezzino per far di meglio.
Tesauro: I consigli comunali sono sicuramente attenzionati dai dirigenti del nuovo PD. Tant’è vero che siamo in continuo contatto con i nostri consiglieri comunali sull’attività di controllo e di opposizione che quotidianamente viene svolta da questi.
Cosa prospettate per il futuro?
Di Vincenzo: Il futuro sarà probabilmente conseguenza di alcuni atti concreti che potrebbero rilanciare la politica nel nostro comune di Villabate. Si definiranno gli organigrammi del PD e si elaborerà una strategia per rimettere in movimento la politica. Personalmente proseguirò il mio impegno in maniera “discreta”, rispondendo con coerenza, con il peso del mio elettorato e, soprattutto, delle mie idee, in tutte le circostanze e contesti in cui venisse richiesto un mio intervento. Non escludo, tuttavia, la promozione di una associazione politico culturale trasversale a cui chiamare tutte quelle persone di “buona volontà” che mi sono state vicine nel corso dell’ultima campagna elettorale e che possano esprimersi in un’area sovra comunale.
Tesauro: Per il futuro prospettiamo una grande partecipazione alla vita politica della nostra comunità, inm cui i giovani devono essere protagonisti di sé stessi e della politica locale e nazionale.
I giovani? Vuol farci capire che esistono ancora giovani tra le file del centro sinistra? Sicuramente si, e spero che ritorni la fede politica che hanno smarrito in questi anni, sia perché un certo atteggiamento di minaccia che è stato palese in questi anni nel nostro territorio a causa della presenza mafiosa dentro le istituzioni, sia a causa di una politica che non li ha coinvolti in pieno.

sabato 17 novembre 2007

LA PIÙ GRANDE AZIENDA DEL PAESE


UN SUD CHE NON SOFFRE LA FEBBRE ECONOMICA E SEMPRE PIÙ ALL'AVANGUARDIA NEI SETTORI TRAINANTI

di Emanuele Boncimino

Nessuno poteva mai immaginare che l’azienda in grado di muovere circa 90 miliardi di euro, pari a 5 finanziarie e 80 volte il famoso tesoretto, avesse la sua sede legale nel Sud Italia. Già, e i loro soci tengono a precisare che è un po’ tutto a partecipare e a sostenere questa impresa.
Sulla falsariga delle multinazionali che non hanno una vera e propria cittadinanza, così questa azienda rende partecipe l’intero Sud della propria crescità.
I settori in cui questa azienda afferma i primati non sono soltanto la riscossione di contributi una tantum; ad oggi i suoi dirigenti hanno deciso di investire direttamente e si promuovono come agenzie di lavoro interinale. Ma non è qui che si arresta il giro d’affari dell’azienda. Seguendo l’impulso del mercato, da semplice industria a conduzione familiare si è passati ad azienda di punta del mercato italiano, ed ora si aspetta la quotazione in borsa.
Tutto ciò è merito di una ricetta meridionale, ovvero accostare il vecchio, che racchiude in sé la consapevolezza del passato (indispensabile per leggere il futuro), al “picciotto”, giovane che, istruito nelle migliori scuole, sveli i segreti delle ultime frontiere del marketing.
Mafia SpA. Si conferma la prima azienda italiana, il cui fatturato è alimentato da estorsioni, usura, furti e rapine, contraffazione e contrabbando, imposizione di merce e controllo degli appalti. Dalla filiera agroalimentare al turismo, dai servizi alle imprese a quelli alla persona, agli appalti, alle forniture pubbliche, al settore immobiliare e finanziario la presenza si consolida in ogni attività economica tanto che il fatturato del ramo commerciale dell’Azienda Mafia si appresta a toccare i 90 miliardi di euro, una cifra intorno al 7% del PIL nazionale.
Il racket del pizzo serve per mantenere i carcerati e le loro famiglie, mentre ciò che rende veramente e consente questa crescita esponenziale sono i proventi derivanti dall’investimento del denaro sporco e non solo. Infatti si riesce ad inserire personaggi chiave in diverse aziende, non per sabotare, ma per riuscire a gestire gli affari della azienda creando una sorta di holding.
L’usura rappresenta la divisione finanziaria della Mafia Spa, che investe tutti e tre i settori, grazie alle migliaia di persone gestite attraverso le sotto-agenzie di lavoro interinale. In alcuni settori addirittura si è riuscito a creare un monopolio che consente ad esempio di avere il controllo esclusivo del pane in Campania e della mozzarella in quel di Napoli. Questa azienda investe anche in settori all’avanguardia come ad esempio il cyber-crimine come il furto elettronico dell’identità, la contraffazione di materiale protetto del diritto d’autore e anche il contrabbando.
Ciò che però desta particolare scandalo è la possibilità di alcune intese restrittive esercitate dalla piovra (così amano chiamarla i nordisti, invidiosi della nostra prodigalità). Si ricordano ad esempio le intese fra la Mafia Spa e le ditte Impregilo, Condotte Spa e Italcementi tutte riunite per la costruzione della Salerno-Reggio Calabria. Mentre un altro caso di politica anticoncorrenziale si ha per ciò che riguarda l’abuso di posizione dominante contro la “3”, nota agenzia di telecomunicazioni, che lamenta una ricezione bassa nelle regioni del Sud dovuta al non adeguamento alle tariffe di locazione dettate dalla Mafia Spa; nel settore del turismo con ripetuti solleciti effettuati a danno del Club Med di Cefalù e nel settore del latte dove la Camorra Spa, società figlia della grande holding Mafia Spa, ha imposto un cartello bandendo del tutto i prodotti Granarolo perché non adeguati alle normative della CEE (comunità estorsioni economiche).
Alla fine questa azienda deve la sua vittoria grazie alla facoltà di cambiare e mutuare nel tempo, senza alcun aiuto dello Stato.
(Fonte La Repubblica del 23-10-2007 e Il X rapporto SOS impresa CONFESERCENTI sulla criminalità)

venerdì 16 novembre 2007

CHI LI HA VISTI?



A MAGGIO LE ELEZIONI COMUNALI: DUECENTO ASPIRANTI CONSIGLIERI E, MIRACOLO, LA PASSIONE PER LA POLITICA DIVENTA TRAVOLGENTE.MA ADESSO CHE NON CI SONO PIÙ POLTRONE DISPONIBILI, CHE FINE HANNO FATTO TUTTI QUESTI CANDIDATI?


di Francesco Minnella

I quasi 200 candidati alle elezioni comunali dello scorso maggio hanno rappresentato, se non un record di partecipazione alla vita politica del paese, certamente un evento senza precedenti, non privo di significato.
Ricordo ancora i vari comizi di piazza, soprattutto per la numerosa affluenza di cittadini, che finalmente sfatava il luogo comune di “Villabate paese dormitorio” e per il tira e molla di accuse mal celate tra i diversi schieramenti.
E considerato il passato politico che di lì a poco ci saremmo lasciati alle spalle, é già tanto che si sia arrivati alle elezioni come se, il nostro, fosse un paese tutto sommato normale.
Peccato, però, che di questi 200 candidati ormai non vi sia più nemmeno l’ombra e se mai vi capiterà di partecipare ad un Consiglio Comunale, ne troverete la conferma.
Quasi verrebbe la voglia di chiamare la redazione della famosa trasmissione televisiva di Rai tre Chi l'ha visto?. Ma in certi casi, trovarli sarebbe un compito difficile anche per chi ha esperienza in questo ambito.
I “desapareçidos” della politica villabatese potrebbero essere giustificati solo se assenti per problemi di salute.
Ma il sospetto che, più di ogni altro, alimenta la mia fantasia e che mi offre, nel merito, una prima soluzione, é che alcuni di essi abbiano in realtà rappresentato solo un numero nell'amalgama di liste presentate: zero. Come quello dei voti che poi hanno preso. Ce ne sono stati parecchi di zero, ma anche di quattro, cinque, sei e sette..
E, sempre per essere sospettoso, devo supporre che saranno stati in tanti a pensare, attraverso il voto, di trovare sistemazione per sé e famiglia. Salvo poi abbandonare definitivamente la politica quando questi voti non sono arrivati.
A chi volete che importi se i numerosi “vattelapesca” non seguono i lavori del consiglio comunale? Considerate le scarse motivazioni e la dubbia professionalità di molti di loro, forse a nessuno.
Ma che siano gli stessi candidati a sindaco a disertare sistematicamente tutte le sedute del consiglio comunale, qui sì che la faccenda di fatto si complica. Forse la delusione per non aver vinto li ha sconvolti a tal punto da non farsi più vedere?
Eppure le loro facce (ai tempi delle elezioni) erano diventate per certi versi tanto invadenti... una volta me ne stavo tranquillo a casa mia quando suonò il citofono. Chi era? Il candidato a sindaco Milazzo, con tanto di accompagnatori ben vestiti...e guarda caso, proprio in questo momento, ho tra le mani pure la famosa lettera del candidato Di Vincenzo (pubblicata fra l'altro su un mensile locale), il cui contenuto oggi appare quasi una barzelletta. A questo punto mi viene da pensare che lor signori abbiano cambiato interessi e che le sorti del nostro paese a loro non stiano più a cuore.
E purtroppo nessuno é esente da queste critiche. I partiti politici forse credono di essere “a posto” solo perché hanno qualche consigliere al Comune, ma si sbagliano.
Cosa ci racconteranno prossimamente questi politicanti? Che ai cittadini non interessa la politica? Che Villabate è un paese dormitorio? Gli unici a dormire, qui, sono proprio loro.
Quanto al nuovo Consiglio Comunale, raccomanderei un po' più di serietà durante i lavori, soprattutto per rispetto di quelli che, come me, vi partecipano senza percepire alcun gettone di presenza.

TANTU TRAFICU PI NENTI


SENSO UNICO SÌ? SENSO UNICO NO?
UNA SCELTA (DI) CHIARA: REFERENDUM PER TUTTI


di Emanuele Minnella

A Villabate tira aria di Democrazia partecipativa. Per chi riesce a sentirla, questa aria, puzza anche di scarico idrocarburico, ma a meno che non siate intolleranti, al punto da prendervela con voi stessi (soprattutto quando siete alla guida del vostro mezzo), respirarla a pieni polmoni é il minimo che si possa fare.
Oggi il pluri-annunciato referendum sul senso unico sembra sia diventato l'unica soluzione possibile all'imperante caos cittadino: clacson impazziti, automobilisti furibondi in coda, a Piazza Figurella, davanti all'ufficio postale, all’incrocio di Via Tenente Morici.
Inutile, in questo caso, sottrarsi alle responsabilità. Se l'agenda politica della nuova Amministrazione include anche una discussione sul “Piano traffico”, la scelta di consultare i villabatesi risulta quasi obbligatoria. E’ lo stesso Assessore Gaspare Centorbi ad annunciarlo: “il referendum S'ha da fa!”
E come spiegare ai cittadini, contrari al voto, che si andrà alle urne solo perché le promesse vanno mantenute? Questa é la classica domanda che non ammette alcuna risposta.
La questione, infatti, non va spiegata, ma accettata. Del resto la coalizione di Di Chiara l'aveva inserito, come primo punto, all'interno del programma elettorale. Lo stesso programma che ha poi condotto la sua lista alla, per nulla sorprendente, vittoria.
E da villabatesi, dovremmo sentirci tutti orgogliosi di una classe dirigente così avversa al tradimento dei suoi elettori. Essa ha deciso di tener fede alle promesse. Certo, qui occorre far notare come, in tema di viabilità, la “promessa di referendum” sia anche la più facile da mantenere. E di questo ce ne renderemo conto solo quando sulla scrivania del Sindaco arriverà pure l’ambizioso progetto della metropolitana.
Ad ogni modo, poiché ogni cosa ha un suo prezzo, in questo caso l'operazione ci costerà parecchi quattrini. Tutti ancora da quantificare. E sarebbe troppo imbarazzante presentare il conto alla Giunta solo perché ha deciso di realizzare il suo programma di governo.
A dire il vero, sulla faccenda del referendum, si potrebbe anche sostenere un'ipotesi alternativa e, al tempo stesso, convincente: quella secondo la quale il Primo Cittadino non voglia assumersi la responsabilità di una questione tanto spinosa, quale l'abolizione o la riconferma del senso unico. Le argomentazioni a sostegno di questa interpretazione sarebbero tante, ma qui basti accennare la più cattiva: il Sindaco rendendosi conto dell'inutilità di qualsiasi soluzione, decide di abbandonare i cittadini al loro tragico destino senza sporcarsi le mani. Ed effettivamente come dargli torto. Qualunque sua scelta lo esporrebbe a critiche non del tutto piacevoli. Di fatto ci istigherà al suicidio collettivo, attraverso una consultazione tanto obbligata quanto inutile. E la faccenda non fa una piega. Per quale motivo dovrebbe essere solo la Giunta ad assumersi la responsabilità di una decisione riguardante tutta la cittadinanza? Mica sono nostri rappresentanti loro! Eppure dovrebbero accompagnarci, così come nella buona, anche nella cattiva sorte. E possiamo star certi che, in questo caso, lo faranno. Specie se non si raggiungerà il quorum del 50%. La cifra utile per la validità del voto.
Ufficialmente l'amministrazione si dichiara pronta ad accettare la volontà dei villabatesi, qualunque essa sia. E il Sindaco sa il fatto suo, preferendo arrivare a questo agognato traguardo senza perdere l'equilibrio.
Lo stesso equilibrio mantenuto, con stile, pure in Consiglio Comunale. In particolare quando é stata presentata, dal Consigliere Garbo, la mozione sull'istituzione “immediata” dei parcheggi con disco orario. In quella occasione Di Chiara é intervenuto proponendone una timida sperimentazione. Talmente timida da risultare anche sorda alle orecchie della sua maggioranza, contraria a quel provvedimento. E la decisione sui dischi orari rimane conseguentemente “congelata” al dopo referendum, assieme a quella sul bus navetta.
Quanto prima (forse in primavera) saremo, dunque, chiamati a risolvere il paradigma “senso unico sì, senso unico no”. Non ci é dato sapere ancora la data del voto. Ma non ci vorrà tanto a capire, alla fine della vicenda, che si sarà fatto tantu traficu pi nenti.

mercoledì 7 novembre 2007

DOMANI E' LO STESSO GIORNO



di Emanuele Minnella

Cos'altro é se non un miracolo? Forse é solo l'ennesima illusione di poter voltare davvero pagina.
In meno di due anni i vertici di Cosa Nostra sembrerebbero stati cancellati.
Un anno e mezzo fa era toccato a Bernardo Provenzano. Oggi a Lo Piccolo.
E su quest'ultima cattura possiamo azzardare solo una conclusione: se la mafia appare inattaccabile é soltanto perché la classe dirigente del nostro paese, nei suoi confronti, si é sempre mostrata debole, sottomessa e collusa.
E' assolutamente scandaloso che siano i politici nostrani a dirsi soddisfatti del lavoro di magistrati e inquirenti, quando sono i primi a tollerare e giustificare i comportamenti discutibili dei propri colleghi, inquisiti e non certo al di sopra di ogni sospetto. E il riferimento non é né generico, né puramente casuale.
Quello nel quale viviamo non é affatto un paese normale. Mentre i pubblici ministeri chiedono in tribunale la sua condanna per favoreggiamento, Il nostro caro Presidente Cuffaro viene sommerso di abbracci solidali e resta inchiodato alla sua poltrona, come non potrebbe mai accadere altrove.
Per non parlare di Marcello Dell'Utri, braccio “sinistro” del Cavaliere, di Mastella, di Mannino, di La Loggia e così via, fino all'ultimo seggio occupato. Tanto a Roma quanto nei più piccoli comuni della penisola.
Su Lo Piccolo si é detto di tutto. Era davvero diventato l'unico erede al trono di Bernardo Provenzano? Certamente dopo la cattura di “Binnu u Tratturi” era rimasto lui a comandare i traffici illeciti di droga e il giro delle estorsioni sul territorio di Palermo. E tra le carte sequestrate nella villetta di Giardinello ci sarebbe anche la prova di tutto questo: una mappa contenente il dettaglio dei mandamenti controllati dal boss durante la sua latitanza. Ma non solo. La polizia avrebbe raccolto anche tutta una serie di informazioni e di prove schiaccianti su presunti fiancheggiatori vicini a Lo piccolo. Prove che dovrebbero portare in cella, nei prossimi mesi, un numero indefinito di personaggi in odore di mafia, ma anche tante belle facce pulite.
La giustizia sembrerebbe dunque trionfare. Ma siamo davvero a un passo dalla fine della mafia?
Di certo Cosa Nostra, considerata dal punto di vista dell'organizzazione criminale, non é invincibile.
Forse se a fianco dei magistrati camminassero parallelamente anche la società, l'economia e, non per ultima, la classe dirigente del paese per Cosa Nostra sarebbe davvero la fine.
E forse non sarebbe neppure difficile, chiudere anche l'argomento per sempre.
Grasso appartiene, infatti, a quella categoria di magistrati che stanno simpatici alla politica: per lui la vita all'interno della Procura di Palermo, fin dal suo insediamento (1999), é trascorsa molto più serenamente che per i suoi predecessori (pensiamo al povero Caselli, peccatore per aver inquisito u zu Giuliu).
E quando un Procuratore come Grasso, così eccezionalmente simpatico a tutti, diventa anche nazionale, ogni dubbio sul metodo e sul risultato della sua opera, manifestata da buona parte della migliore magistratura (per intenderci, quella che negli anni novanta ha lavorato anche a fianco di Falcone) é destinata a passare in secondo piano.
Certo, se pensi agli anni delle latitanze dei padrini, alle fughe di notizie, alle operazioni fallite, puoi anche stappare quella bottiglia di spumante davanti alla Questura (come hanno fatto i giovani di Addiopizzo) con l'assunto “Meglio tardi che mai”. Ma se pensi anche al numero ridicolo di procedimenti a carico di uomini dello Stato collusi, che negli stessi anni si sono istruiti e a come sono andati a finire, puoi dirti contento solo per metà. E allora ti verrà difficile pensare che il domani sia un altro giorno. Che d'ora in poi le cose andranno diversamente.

martedì 23 ottobre 2007

IL BEL PAESE: lettera di Salvatore Borsellino a Beppe Grillo





"La notizia dell'avocazione da parte della Procura Generale dell'inchiesta Why Not al Procuratore De Magistris e' di quelle che lascia senza fiato.
Solo un'altra volta nella mia vita mi ero trovato in questo stato d'animo.
Era il 19 Luglio del 1992 e avevo appena sentito al telegiornale la notizia dell'attentato il cui scopo non era altri che quello di impedire ad un Giudice che, nelle sue indagini, era arrivato troppo vicino all'origine del cancro che corrode la vita dello Stato Italiano, di procedere sulla sua strada.
Morto Paolo Borsellino l'ignobile patto avviato tra lo Stato Italiano e la criminalita' mafiosa aveva potuto seguire il suo corso ed oggi vediamo le conseguenze del degrado morale a cui questo scellerato patto ha portato.
Ieri era stato necessario uccidere uno dopo l'altro due giudici che, da soli, combattevano una lotta che lo Stato Italiano non solo si e' sempre rifiutato di combattere ma che ha spesso combattuto dalla parte di quello che avrebbe dovuto essere il nemico da estirpare e spesso ne ha armato direttamente la mano.
Oggi non serve piu' neanche il tritolo, oggi basta, alla luce del sole, avocare un'indagine nella quale uno dei pochi giudici coraggiosi rimasti stava per arrivare al livello degli "intoccabili", perche' tutto continui a procedere come stabilito.
Perche' questa casta ormai completamente avulsa dal paese reale e dalla gente onesta che ancora esiste, anche se purtroppo colpevole di un silenzio che ormai si confonde con l'indifferenza se non con la connivenza, possa continuare a governare indegnamente il nostro paese e a coltivare i propri esclusivi interessi in uno Stato che considera ormai di propria esclusiva proprietà.
Oggi basta che un ministro indegno come il signor Mastella ricatti un imbelle capo del governo, forse coinvolto negli stessi suoi luridi traffici, minacciando una crisi di governo, perche' tutta una classe politica faccia quadrato intono al suo degno rappresentante e si esercitino in conseguenza chissa' quale tipo di pressioni sui vertici molli della magistratura per ottenere l'avocazione di un'indagine e quindi l'inoffensivita' di un giudice sensa neanche bisogno del tritolo come era stato necessario per Paolo Borsellino.
Siamo giunti alla fine della Repubblica Italiana e dello Stato di Diritto.
In un paese civile il ministro Mastella non avrebbe potuto chiedere il trasferimento del Dr. De Magistris titolare dell'inchiesta in cui e' indagato il suo stesso capo di governo e lo stesso ministro.
Se la decisione del Procuratore Generale non verrà immediatamente annullata dal CSM, saremo di fronte alla fine dell'indipendenza della magistratura e in conseguenza dello stesso Stato di Diritto.
Il Presidente Giorgio Napolitano, nonostante sia stato più volte sollecitato, continua a tacere su queste nefandezze dimostrando che la retorica dello Stato e della figura istituzionale di garante della Costituzione Repubblicana non sono diventate, in questa disgraziata Italia, altro che vuote parole.
Quaranta anni fa sono andato via dalla Sicilia perche' ritenevo impossibile di vivere la mia vita in un paese in cui la legalita' era solo una parola del vocabolario, ora non ritengo piu' che sia una vita degna di chiamarsi con questo nome e quindi una vita degna di esserre vissuta quella di vivere in un paese dove l'illegalita' e' diventata la legge dello Stato."

Salvatore Borsellino

domenica 21 ottobre 2007

mercoledì 17 ottobre 2007

CONSULTA GIOVANILE COMUNALE



di Erica Prestigiacomo

Abbiamo appreso con piacere che il 28 agosto scorso è stata presentata al Consiglio Comunale, da A. Retaggio (Villabate Civica), una mozione firmata da ben 7 consiglieri comunali mirante al ripristino della Consulta Giovanile. Infatti, benché la sua istituzione risalga al 1991, questa per anni non è stata che un vago ricordo. Eppure sarebbe dovuta essere il punto focale su cui far vertere tutte le attività inerenti alle politiche giovanili. Lo statuto costitutivo la definisce come un organismo rappresentativo di tutte le organizzazioni giovanili operanti nel territorio comunale, che si configura come strumento di dialogo e di dibattito [...]al fine di sviluppare ed ampliare i canali di comunicazione tra i giovani e le istituzioni. Avrebbe dunque dovuto garantire la possibilità di intraprendere un percorso di dialogo sia tra le varie associazioni, che tra queste e le istituzioni. Ma il progetto era molto di più: era una speranza. Per un breve periodo si è davvero ritenuto possibile avere un ruolo attivo nella vita socio-politica della realtà di cui facciamo parte e della quale siamo stanchi di essere meri spettatori. L’idea era così apprezzabile che il nostro regolamento servì da modello per le consulte giovanili che nascevano in altri paesi del palermitano…ma a dire il vero non si trattava poi di un organo così “modello”.
Come ho già avuto modo di constatare in altra sede, il tanto atteso strumento di democrazia giovanile rivelò ben presto di non essere altro che lo specchio del malgoverno Villabatese. Infatti, se tra i cittadini riscuoteva poco interesse, c’era qualche politico che ne aveva colto le grandi potenzialità, arrivando perfino a creare ex-novo associazioni pressoché fittizie, pur di assicurarsi la possibilità di poter aver voce in capitolo all’interno di quella consulta che prometteva di diventare un vero e proprio motore propulsivo per tutta l’attività giovanile (e non) del paese. Inoltre, sin dall’inizio, le istituzioni che l’avevano tenuta a battesimo la mutarono in un riflesso del loro generale amore per le attività democratiche. E così nell’arco di 5 mesi la si convocò soltanto in 2 occasioni, nonostante il regolamento stabilisse che si sarebbe dovuta riunire almeno mensilmente…
La sua vita fu comunque tanto effimera quanto breve: non fece in tempo a mantenere le promesse iniziali perché fu sciolta per via delle dimissioni del suo presidente, l’ex sindaco L.Carandino. Abbiamo allora cominciato a lamentarne l’assenza e a provare a ricostruire almeno quella rete tra le associazioni che il regolamento statutario, nonché il nostro buonsenso, ci mostravano quale via migliore da seguire. Da questa determinazione è nato una sorta di forum che univa l’allora Collettivo Quattro/Quarti, la Sinistra Giovanile e “I giovani s’incontrano”, nonché varie altre associazioni con le quali, di volta in volta, si provava a portare avanti iniziative comuni. Ma è ovvio che tra tutte le vicissitudini seguite al commissariamento del nostro Comune, lo scioglimento dell’unico anello di contatto tra i giovani e le istituzioni sembrava davvero irrilevante. E devono averla pensata così anche i commissari che si sono succeduti nel lungo periodo di paralisi politica, quando lo stesso forum sopra menzionato decise di chiedere un incontro ufficiale con chi in quel momento rappresentava le istituzioni.
Inutile dirvi che non siamo stati ricevuti.
Sono passati 16 anni dalla sua istituzione, 7 dal suo ultimo scioglimento. E c’è voluto più di un mese perché la suddetta mozione venisse approvata (8 ottobre c.a.). Ma oggi c’è qualcosa che ci porta ad essere ottimisti: il suo ripristino in seguito al voto unanime di tutti i consiglieri comunali, per esempio. Inoltre, già il giorno seguente la dott. E.Bonafede si è premurata di convocare l’ennesimo primo incontro. E considerando la proverbiale lentezza burocratica villabatese, non possiamo che apprezzare la solerzia della nuova amministrazione. Ci auguriamo che questi segnali positivi non siano illusori, e soprattutto speriamo che questa sia l’ultima volta che si debba aspettare tanto per vedere un barlume d’interesse per le politiche giovanili!
Noi continuiamo a credere che l’esperienza della Consulta non possa che rivelarsi positiva. Se non altro perché instaura un proficuo dialogo tra le associazioni locali, dimostrando che nonostante le idee, i metodi o il colore politico possano differire, ciò che realmente conta è la voglia di lavorare insieme per il raggiungimento di un obbiettivo comune: smussare i lati peggiori della realtà in cui viviamo, diffondendo la cultura della legalità e del senso civico. Finora ci siamo dovuti accontentare di poco… ma adesso vogliamo tornare a contare davvero.

giovedì 4 ottobre 2007

IL COMANDANTE CALDARERI NEL MIRINO DEI BOSS DI VILLABATE


Proprio così cari bloggers, la notizia (AGI) é apparsa ieri su parecchi quotidiani e diverse testate giornalistiche on line.
A quanto pare, stando alle ultime dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, il Comandante della stazione dei carabinieri di Villabate Sigismundo Caldareri doveva essere ucciso per via delle sue continue richieste in ordine al provvedimento di scioglimento del consiglio comunale.
Pressioni queste che un carabiniere "infedele" (del quale non viene specificata l'identità) confidò a Nino Mandalà.
A ideare il piano di morte sarebbe stato, sempre secondo Camapnella, proprio quest'ultimo. Di diverso avviso il figlio Nicola che, sicuro della disapprovazione di Provenzano, avrebbe convinto il padre a fare un passo indietro sulla vicenda.
Intanto abbiamo anche appreso dal Sindaco, intervenuto al Consiglio Comunale questa mattina, che due funzionari del nostro comune (l'architetto Bazzi e il Dott. Oddo nello specifico) sono stati raggiunti nei giorni scorsi da lettere e telefonate minatorie.
Non conoscendone ancora il contenuto, sarebbe azzardato per noi parlare di intimidazione mafiosa, ma é chiaro che sempre di atti intollerabili si tratta. Atti ai quali l'intero consiglio si é ribellato inserendo all'ordine del giorno la mozione proposta dal consigliere Valenza, producendo un documento unico di Solidarietà alle vittime e rinviando ad prossima seduta straordianaria (alla quale sarà chiamata a partecipare l'intera cittadinanza) per la trattazione approfondita dell'argomento.
[e.m.]

venerdì 21 settembre 2007

MANIFESTAZIONE REGIONALE CONTRO GLI INCENERITORI


Salve a tutti blogger...
Sabato 22 settembre (cioé domani) si svolgerà a Palermo la manifestazione regionale contro la costruzione dei 4 mega inceneritori, uno dei quali sorgerà proprio a Bellolampo.
Le ragioni della nostra adesione vanno ben al di là delle polemiche squisitamente politiche.
Di mezzo c'é la salute dei cittadini (immaginate cosa comporterebbe la collocazione di un inceneritore sopra una città di 800 mila abitanti) e un modo di concepire lo sviluppo della nostra Sicilia parecchio lontano da quello che é nei piani della nostra attuale Presidenza regionale.
Noi gli inceneritori non li vogliamo.
Sono obsoleti e inquinanti. Contrari alle normative nazionali ed europee.
Noi vogliamo la raccolta differenziata. Quella porta a porta che dà lavoro a migliaia di giovani costretti ogni anno alla fuga.
Noi vogliamo il nostro mare, la nostra campagna così come ce l'avevano un tempo i nostri nonni.
Vogliamo stare bene di salute, ridere spesso e di gusto.
Vogliamo impedire alla mafia (istituzionale e criminale) di fare l'ennesimo affare nell'indifferenza generale e colpevole dei media e delle amministrazioni centrali e decentrate.
Domani dobbiamo essere in tanti, fare sentire la nostra voce e sfogare tutta la rabbia!

Il programma della manifestazione prevede:
ore 11.00 concentramento a Piazza Indipendenza (picchetto e distribuzione di materiale informativo)
ore 15.00 Piazza S.Cristina (Borgo nuovo) corteo popolare fino a Bellolampo.

PALERMO, BORGO NUOVO 12.09.2007

sabato 8 settembre 2007

VAFFANCULO DAY (Politici di tutti gli schieramenti tremate!)







di Sara Colletta

La notizia era comparsa sul blog di Beppe Grillo lo scorso 14 giugno, già all'indomani della conferenza sullo sviluppo sostenibile tenutasi al Parlamento europeo ed alla quale, il comico genovese, era stato invitato a partecipare da alcuni eurodeputati italiani.
Adesso ci siamo quasi. Il ciclone sta per abbattersi sul palazzo e l'8 settembre, definito da molti come il “giorno dell'abbandono” per via di numerosi avvenimenti storici in tema accaduti proprio in questa data (primo fra tutti l'abbandono dell'Italia di Re Vittorio Emanuele III), verrà d'ora in poi ricordato come il giorno del Vaffanculo Day.
V-DAY si chiama proprio così l'ultima iniziativa shock di Beppe Grillo che, nell'indifferenza quotidiana dei media, ha già registrato sul web centinaia di migliaia di adesioni.
La manifestazione é nata dal desiderio di un Italia nuova, onesta, che possa cancellare gli errori, o meglio gli orrori, della nostra classe politica: quella che, per anni, ha gettato nell’indecenza il nostro paese con una inadeguata gestione.
La sensazione degli italiani dal '43 ad oggi é sempre la stessa: il popolo si sente abbandonato da una classe dirigente infarcita da soli privilegi e poteri, dai mass media troppo impegnati a spettacolarizzare la cronaca nera piuttosto che divulgare informazioni con la “I” maiuscola.
Secondo Grillo L'Italia ha avuto la sua occasione per cambiare nel 1992. L'ha fallita ed hanno vinto le lobby, le cosche, le mafie.
Obiettivo principale del V-Day é quello di “ripulire il Parlamento”, attraverso scelte concrete, e di raccogliere il maggior numero di firme possibili per un disegno di legge che è stato proposto e presentato alla Corte Suprema di Cassazione che prevede:
1) impossibilità di candidarsi alle elezioni parlamentari per tutti i condannati in primo, secondo e terzo grado;
2) no ai parlamentari di professione, nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature e la regola è valida retrovattivamente;
3) no ai parlamentari scelti dai segretari di partito, i candidati devono essere votati dal cittadino con preferenza diretta.
All’interno del parlamento italiano oggi siedono infatti circa settanta deputati, condannati in primo o secondo grado, e venticinque già condannati in via definitiva; e per di più eletti per due, tre, quattro legislature consecutive. Una “V” che in questo caso sta per vergogna.
A Palermo il V-Day si terrà a Piazza Politeama dalle ore 10 alle 20 con la raccolta firme; l'informazione e la lettura in piazza di articoli e di documenti significativi.
Dal 3 al 7 settembre invece, "Aspettando il V-DAY", di fronte la Segreteria di Viale della Scienze ci sarà uno spazio informativo dedicato a tutti gli universitari.
Per saperne di più www.beppegrillo.it/vaffanculoday

mercoledì 5 settembre 2007

VILLABATE FASHION: collezione primavera estate 2007



GLI OK E I KO DELLA NUOVA AMMINISTRAZIONE COMUNALE

di Emanuele Minnella

Vero é che la presenza dell'amministrazione comunale, in questi mesi, si é fatta sentire, o no?
Ok! L'estate villabatese, a differenza degli altri anni, mi pare abbia riconquistato una certa dignità. L'intrattenimento all'insegna del cabaret, nel mese di luglio, e la festa del Santo Patrono, oggi, sono due esempi di come la cultura sia da considerare una priorità negli investimenti di ogni amministrazione che si rispetti. E noi la nostra nuova amministrazione abbiamo intenzione di rispettarla, a condizione che risolva tutta una serie di problemi che proprio non riusciamo a digerire. Pena il KO!
Primo: la moltiplicazione degli scalini. Questa la punizione corporale per noi poveri cittadini alla ricerca dell'ufficio comunale desiderato. Fra traslochi vari (pare che alcuni uffici verranno spostati nei locali dell’ex municipio in corso Vittorio Emanuele, per far spazio a quelli degli assessori) e i disordini di sempre, la situazione all'interno della casa comunale sembrerebbe addirittura peggiorata.
Secondo: il Consiglio comunale. In passato mi sono ripromesso di vigilare sul suo operato; di non perderne neppure uno. Ma come si fa a mantenere un simile impegno quando é praticamente impossibile conoscere con adeguato anticipo la data in cui si riunirà? Volere é potere, direte voi. Io intanto cercherò di organizzarmi di conseguenza. In fondo c'è sempre il sito internet a tenermi aggiornato! E se tutto va bene, aggiornato al 2005!
Terzo: ogni promessa é debito. Bene, ma cosa ci fanno ancora tutte quelle bancarelle davanti il mercato ortofrutticolo? Faranno pur muovere l'economia, ma le auto certamente no!
Ok! Corso Vittorio Emanuele è stato arredato con i cestini per le cartacce: poco importa se poi i villabatesi continueranno a gettarle lungo i marciapiedi perché il comune ha fatto la sua parte. Personalmente considero già un miracolo il fatto che siano ancora lì, immacolati, e sempre in attesa della nostra considerazione.
E finalmente anche il Palchetto della musica tornerà a splendere. Il ponteggio, che in questi anni ha reso ridicolo il simbolo della nostra residua identità, é stato atterrato ed il 6 settembre si é pure svolta la cerimonia di inaugurazione, con tanto di baritono e belle presenze. Destino alquanto incerto invece quello di Piazza Umberto I°. I lavori rapidamente avviati all’inizio dell’anno (o forse prima) pare siano giunti al Ko. Perdonatemi se adesso esagero, ma non la trovate anche voi un aborto architettonico? Cos'è quel muro di cinta tra il poliambulatorio e la piazza stessa? Un rifugio in caso di calamità naturali? Un privée per pochi intimi? La dependance della pompa di benzina ospiterà pure una lapide in ricordo delle vittime di Nassirija (o forse di mafia?). Dulcis in fundo: non é ancora stata completata ed é già imbrattata di pennarelli e bombolette. A chi dare la colpa? A guardarla sembrerebbe sia stata progettata con queste intenzioni.
Adesso l'amministrazione comunale si é messa in testa la bella idea di rifare anche Piazza della Regione. L'intenzione del Sindaco sarebbe quella di sostituire l'aiuola posta a lato del Palchetto, con una bella fontana, a detta sua, elemento d'arredo assente nel contesto urbano villabatese. Certo, le ragioni di quella aiuola restano ancora oggi un mistero, custodito gelosamente dal suo progettista, mai svelato ai villabatesi, ma se vogliamo parlare proprio di fontana... forse é meglio che il Sindaco vada a dare un occhiata a quelle già esistenti, perché in realtà ci sono.
Cominciamo dalla prima. Villetta San Giuseppe: nonostante manchi l'acqua ormai da diversi anni, la vegetazione al suo interno sembrerebbe si stia sviluppando florida e impervia. Tutto merito della spazzatura in putrefazione che rilascia in quell'ambiente dei composti organici utili all'insediamento di microrganismi.
Andiamo poi in viale Europa. Piazzetta del cimitero (Ganguzza?): nell'idea originaria quella vasca avrebbe dovuto ospitare persino i pesci, ma oggi é solo un contenitore di cemento ricoperto, diversi anni fa, con del terriccio, onde evitare che qualcuno precipitasse in quel burrone senza acqua.
Piazzetta Padre Pio: lì talmente é fontana che addirittura avevano costruito un ponte per attraversarla. Oggi non si capisce neppure dove era collocata.
In conclusione temo fortemente, data le precedenti esperienze, che una fontana in Piazza della Regione sia cosa buona e giusta. Piuttosto la piantumazione di nuove specie arboree va sposata appieno, purché si pensi che vada fatta pure lungo i marciapiedi spogli di viale Giulio Cesare e di corso Vittorio Emanuele, se non altro per accogliere certi bisogni fisiologici. In fondo non é così difficile rendere più gradevole l'aspetto del nostro paese. Certo sarebbe preferibile una gigantesca pala meccanica, ma ci possiamo accontentare anche di poco.

martedì 3 luglio 2007

NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI VILLABATE


Carissimi blogger, poco più di un anno fa l'idea di dover restare inermi di fronte alle contraddizioni del nostro tempo era il peggiore dei mali che potevamo augurarci. Il sottrarsi alle responsabilità, l'adattarsi passivamente alla realtà villabatese, come i più sono soliti fare, erano pensieri che neanche osavamo concepire. Non avevamo ancora chiaro in mente cosa avremmo fatto, contro quale muro saremmo andati a sbattere. Unica certezza: qualsiasi atto o fatto procurato dalle nostre azioni non sarebbe stato, in nessun caso, frutto di un capriccio post-adolescenziale, ma una sentita necessità cui avremmo dato in un modo o nell'altro sfogo e soddisfazione. Spinti dall'entusiasmo, ma anche dalla precisa volontà di voler creare a Villabate un movimento d'opinione giovanile, ricominciamo oggi la nostra battaglia di civiltà, di riappropriazione di una dignità che sentiamo spesso calpestata, armati esclusivamente di carta e penna, a partire dalla rinascita di questo magazine. Gli affezionati, i malinconici o più semplicemente i possessori di buona memoria ricorderanno gli sforzi e il lavoro portati avanti da questo stesso gruppo già dal 2005, cioè nel periodo in cui si lavorava solo alla distruzione del nostro paese, poi drasticamente interrotti per mancanza di sostegni adeguati e non certo di volontà. Al di là di tutto, quello che ci pare importante sottolineare è il fatto che, dopo tante porte sbattute in faccia, qualcuno da molto lontano (la commissione europea) ha voluto credere in noi, nel nostro progetto, e ci permetterà di proseguire l'impegno che fino ad allora ci aveva caratterizzati. Oggi siamo consapevoli del fatto che la diffusione di informazioni tra i giovani conduce anche alla circolazione di nuove opportunità per gli stessi. Lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle e lo scriveremo affinché tutti voi possiate liberarvi autonomamente dalla dipendenza altrui, dai burattinai di turno, dall'assuefazione ad una sottocultura di radice mafiosa e clientelare. 4/4 magazine sarà dunque il nostro punto di partenza e la vostra partecipazione alla sua costruzione , il valore aggiunto che abbiamo sempre cercato, quel salto di qualità, certamente non obbligatorio, ma necessario a focalizzare con più attenzione la situazione in cui versiamo. Siamo convinti che se nessuno ci ha mai dato niente, almeno noi possiamo offrire qualcosa. Noi, i ragazzi dello zoo di Villabate.

domenica 10 giugno 2007

A Luglio, il primo numero



Non perdetevelo ragazzi!
Sta per arrivare il primo numero di Quattro Quarti magazine.
News, sondaggi, approfondimenti, rubriche.
28 pagine di puro concentrato made in Villabate.

QUATTRO QUARTI magazine

4/Quarti Magazine è un mensile d'informazione che ha per obiettivi la promozione e la diffusione della Cultura Antimafiosa e dei principi della Conoscenza, della Pace e del rispetto delle libertà individuali. Un giornale indipendente dalle ideologie di partito, autogestito e aperto a tutti quei giovani che si sentono in grado di investire se stessi nella libera espressione e nella rivendicazione di spazi e metodi necessari alla propria autodeterminazione fisica, morale e intellettuale. 1000 copie in distribuzione gratuita nel territorio di Villabate (Pa).

Le inchieste di QUATTRO QUARTI Magazine

  • Per suggerimenti e info: quattroquarti@freemail.it

Inchiesta n.1 Luglio 2007 "SE DICO MAFIA...DICI..."

  • Indagine condotta su un campione anonimo di 88 studenti frequentanti le terze classi della Scuola media statale "Pietro Palumbo" di Villabate. Margine approssimativo di errore 0,1%-0,5%. Elaborazione dati a cura del KLTV 4/4. Anno 2006
  • 00. Con chi parli maggiormente di mafia? -CON LA FAMIGLIA 18,2% -CON GLI AMICI 19,2% -CON GLI INSEGNANTI 57,7% -CON NESSUNO 4,8%
  • 01. In tema di lotta alla mafia, la tua scuola... -HA FATTO ABBASTANZA 40,4% -POTEVA FARE DI PIU' 40,2% -HA FATTO POCO O NULLA 19,4%
  • 02. Se a scuola venisse introdotta una nuova materia "Storia della mafia" tu saresti... -SFAVOREVOLE 3,4% -FAVOREVOLE/INTERESSATO 83,9% -POCO INTERESSATO 12,6%
  • 03. Pensi di essere informato sulla mafia... -MOLTO 5,7% -ABBASTANZA 66,6% -POCO 26,4% -PER NULLA 1,3%
  • 04. Sei a conoscenza del fatto che il tuo comune é stato sciolto due volte per presunte infiltrazioni mafiose? -SI 68,9% -NO 31,1%
  • 05. Come giudichi il fatto? -GRAVE 70% -POCO GRAVE 11,4% -PER NULLA GRAVE 10,4% -ALTRO 8,2%
  • 06. Quali espressioni useresti per definire un mafioso? -UN DELINQUENTE 31,3% -UN IGNORANTE 20,3% -UNO MOLTO RICCO 16,2% -UN POTENTE 12,6% -UNO CHE DA' LAVORO 3,6% -UN POLITICO 2,4% -ALTRO 13,6%
  • 07. Secondo te quali sono le principali cause per cui un individuo diventa mafioso? -AVERE UNA FAMIGLIA MAFIOSA 30,6% -CARATTERISTICHE PROPRIE DELL'INDIVIDUO 21,8% -IGNORANZA 20,2% -POVERTA' 13,6% -DISOCCUPAZIONE 11,4% -SOLITUDINE 2,1% -ALTRO 0,3%
  • 08. Se tuo padre fosse mafioso cosa faresti? -DA GRANDE FAREI ANCHE IO IL MAFIOSO 3,4% -NON FAREI NULLA 30,4% -ME NE ANDREI DI CASA APPENA POSSIBILE 60,6% -LO DENUNCEREI 5,6%
  • 09. Come giudichi l'operato degli amministratori pubblici riguardo la lotta alla mafia? -MOLTO NEGATIVO 17,8% -NEGATIVO 23,8% -POCO POSITIVO 32,1% POSITIVO 26,1%
  • 10. Come giudichi la figura del collaboratore di giustizia rispetto a quel mafioso che decide di scontare la sua pena nel silenzio? -MEGLIO 32,1% -PEGGIO 34,4% -ALLO STESSO MODO 27,5% -ALTRO 6%
  • 11. Se un mafioso ti offrisse un lavoro, tu accetteresti? -SI 10,4% -NO 89,6%
  • 12. Se fossi commerciante pagheresti il pizzo? -SI 39% -NO 61%
  • 13. Il sud Italia é ancora oggi meno ricco e sviluppato del nord. Di chi é la colpa? -DELLO STATO 39,4% -DELLA MAFIA 35,7% -DELLA SOCIETA' 21,1% -ALTRO 3,6%
  • 14. Secondo te la mafia si può sconfiggere? -SI 49,4% -NO 50,6%

Inchiesta n. 2 Dicembre 2007 "GIOVANI E SESSO"

  • Inchiesta condotta su un campione anonimo di 96 studenti di scuole medie superiori della provincia di Palermo.
  • 01. Qual è la tua attuale situazione relazionale? -RELAZIONE STABILE 38,5% -RAPPORTI OCCASIONALI 29,1% -NON HO RAPPORTI 32,2%
  • 02. Il tuo primo rapporto sessuale... -PRIMA DEI 13 ANNI 2,8% -TRA I 13 E I 16 ANNI 38,5% -TRA I 17 E I 20 ANNI 22,9% -NON HO MAI AVUTO RAPPORTI 36,4%
  • 03. Sei favorevole all'uso del preservativo? -SI 89,5% -NO 7,2%
  • 04. Durante un rapporto sessuale usi il preservativo? -SI 35,4% -NO 6,2% -SOLO QUALCHE VOLTA 22,9% -NON HO RAPPORTI 35,4%
  • 05. L'Aids si trasmette attraverso... -SANGUE INFETTO 80,2% -SALIVA 1,4% -RAPPORTO SESSUALE NON PROTETTO 87,5% -TOSSICODIPENDENZA 9,3%
  • 06. Che cosa è per te un rapporto sessuale non protetto? -UN RAPPORTO SENZA PRESERVATIVO 91,6% -UN RAPPORTO OMOSESSUALE 1,4% -UN RAPPORTO SESSUALE CON UNO SCONOSCIUTO 7,2%
  • 07. Conosci malattie sessualmente trasmissibili? -SI 73,9% -NO 25%
  • 08. Se si, quali di queste malattie sono sessualmente trasmissibili? -SIFILIDE 52,8% -CISTITE 3,1% -GONORREA 18,7% HERPES GENITALE 44,7% -PUBALGIA 17,7%
  • 09. Sei favorevole all'insegnameto dell'educazione sessuale nelle scuole? -SI 97,9% -NO 1,4%
  • 10. Hai mai studiato educazione sessuale a scuola? -SI 67,7% -NO 32,2%
  • 11. Se hai un problema legato alla tua sfera sessuale a chi ti rivolgi? -A NESSUNO 19,7% -ALLA FAMIGLIA 19,7% -AGLI AMICI 46,8% -AD UN CONSULTORIO 16,6%
  • 12. Che cosa è un consultorio familiare? -AMBULATORIO PER ABORTIRE 2% -CENTRO DI CONSULENZA PSICOLOGICA, SESSUALE, MEDICA, SOCIALE 93% -AMBULATORIO DI DISTRIBUZIONE PRESERVATIVI 2%

Inchiesta n. 3 Febbraio 2008 "UN VOTO ALLA POLITICA"

  • Inchiesta condotta su un campione rappresentativo della cittadinanza elettorale attiva, di età compresa fra i 18 e i 70 anni, di entrambi i sessi
  • 01. Si interessa di politica? -SI 43,7% -NO 46,2% HO SMESSO 10%
  • 02. Andrà a votare? -SI 78,5% -NO 15% -DIPENDE DA CHE COSA MI VERRÀ PROMESSO 3,7%
  • 03. Che cosa pensa della caduta del governo? -NE SONO LIETO 5% -MI È DISPIACIUTO 31,2% -ERA PREVEDIBILE 63,7%
  • 04. Di chi pensa sia la colpa? -DEGLI INTERESSI PERSONALISTICI DEI SINGOLI POLITICI 65% -DEL BIPOLARISMO 1,2% -DELL'ATTUALE LEGGE ELETTORALE 22,5% -DELLA MANCANZA DI SOGLIA DI SBARRAMENTO 11,2%
  • 05. Qual è il suo parere sull'attuale classe politica nazionale? -ABBIAMO OTTIMI ESPONENTI POLITICI, BASTA SAPER SCEGLIERE IL PARTITO GIUSTO 5% -LA CLASSE POLITICA È TROPPO DISTANTE DALLE REALI CONDIZIONI DI VITA DELLA GENTE 42,5% -LA SETE DI POTERE È PIÙ FORTE DELLA VOGLIA DI MIGLIORARE IL PAESE 52,5%
  • 06. E che cosa pensa dell'attuale classe politica siciliana? -È MEGLIO DI QUANTO I MEDIA VOGLIANO FAR CREDERE 1,25% -GESTISCE IL POTERE IN MODO PERSONALISTICO E CLIENTELARE 76,2% -OGNUNO HA IL GOVERNO CHE SI MERITA 22,5%
  • 07. Per migliorare l'attuale situazione politica... -BASTA VOTARE I PARTITI CHE FINORA SONO STATI ALL'OPPOSIZIONE 0% -È NECESSARIO MANDARE A CASA LA VECCHIA CLASSE DIRIGENTE 38,7% -È NECESSARIO SCEGLIERE CON PIÙ CONSAPEVOLEZZA I PROPRI RAPPRESENTANTI 58,7% -NON SO 2,5%
  • 08. Per quanto riguarda la politica comunale... -L'ATTUALE AMMINISTRAZIONE HA DIMOSTRATO DI SAPER BENE OPERARE 1,2% -NON SI PUÒ TRACCIARE UN GIUDIZIO UNIVOCO: ALCUNI STANNO OPERANDO BENE, ALTRI LASCIANO PIUTTOSTO A DESIDERARE 47,5%
  • 09. Crede esista ancora una differenza tra destra e sinistra? -CERTO, ED È PIÙ SOSTANZIALE DI QUANTO SI VOGLIA FAR CREDERE 7,5% -AFFATTO. A PRESCINDERE DAL PARTITO CIÒ CHE PIÙ INTERESSA AI POLITICI SONO IL POTERE E IL DENARO 53,7% -LO SPERO 38,7%